Un'altra storia bella da raccontare

Andavo alla scuola materna, quindi non potevo avere più di cinque anni, e, dato che i miei genitori lavoravano fino a tardi (come credo la metà dei genitori del mondo), al pomeriggio venivano a prendermi i nonni, portando sempre con loro generi di conforto di prima necessità.
Amavo moltissimo quando venivano a prendermi i nonni. Nonno aveva l'ingrato compito di rincorrere mio fratello che, appena uscito da scuola, cominciava a correre come avesse il fuoco di Sant'Antonio addosso, mentre nonna passeggiava con me raccontandomi ogni giorno una storia diversa.
Io stavo lì, sgranocchiando tutto lo sgranocchiabile (oggi come allora) e ascoltavo nonna raccontare, con le orbite spalancate e luccicanti e la faccia unta fino al naso.
Era primavera e quell'anno (che Dio solo sa quale) nonna aveva cominciato a portarmi per merenda le patatine che avevano stampate sul sacchetto dei personaggi molto singolari, dei quali non avevo mai sentito parlare*.
Nonna, che sapeva bene quanto io amassi le storie di eroi e di battaglie e di grandi amori, più che le favole della buonanotte, aveva capito che era arrivato il momento di introdurmi alla mia prima saga epica.
E fu così che, mentre io mi imbrattavo la faccia di sale e fritto, lei mi narrava l'ascesa e le gesta di Luke Skywalker, la sfrontatezza e il coraggio di Han Solo, la fermezza e l'incredibile fascino della principessa Leia. Mi parlava con estrema reverenza del grande Obi Uan Kenobi ed io con la stessa venerazione la ascoltavo; e mi metteva il primo timore nel cuore, raccontandomi dell'animo corrotto dell'Imperatore e di Darth Vader.
Mi narrava queste imprese eroiche come si narrano le vicende di Ulisse, di Achille, di Orlando. E i miei piccoli occhietti verdi brillavano al suono di quelle parole.
Nonna è stata una delle prime donne pioniere del nerdismo. Mi ha fatto scoprire Indiana Jones, Star Trek, e anche la birra e la grappa. E io le ho fatto leggere Il Silmarillion e le spacciavo sigarette di nascosto - ogni tanto.
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