Hold me closer

I primi tre mesi di vita nel nel Regno Unito, li ho trascorsi in una zona periferica di West London, talmente periferica che per andare a Oxford ci si impiega molto meno tempo prendendo il pullman che il treno. Questo luogo ricco di fascino, e persino di un lago, è conosciuto ai più come Ruislip. 

Ora, Ruislip, dal canto suo, si trova incredibilmente vicino al quartiere di Pinner, che invece fa parte del borgo di Harrow (a Harrow, per capirci, si trova la scuola per bambini ricchi dove hanno girato delle scene di Harry Potter).

Dunque, pur vivendo a Ruislip, andavo quasi tutti i giorni (armata di computer e belle speranze) a lavorare  al Caffè Nero di Pinner, in Love Lane, dove lavorava la mia amica Zanzi, e così potevamo facilmente farci compagnia nelle uggiose e infinite giornate inglesi.

Ogni volta che il bus oltrepassava il mio fish'n'chips di fiducia, gestito da un caloroso ometto greco, ed entravamo ufficialmente in Pinner, il mio cuore faceva sempre un sobbalzo, e un turbinio di sentimenti ed emozioni prendeva il sopravvento sulla mia anima nera.
Credits:
 http://gritaradio.com/153459-2/elton-john-de-nino/
Ciò che scatenava tanto tramestio nel mio piccolo cuore di Robbi era il semplici dispiegarsi di una lucida consapevolezza, e cioè che l'anonimo quartiere di Pinner aveva dato i natali ad Elton John.

Capite cosa tutto ciò volesse dire?! Camminare sugli stessi marciapiedi su cui lui aveva camminato, guardare lo stesso orizzonte di case, inoltrarsi per lo stesso dedalo di viuzze, alzare gli occhi allo stesso cielo.

Elton John è uno di quei grandi per i quali ci si può permettere serenamente di indugiare nella teatralità e nel sentimentalismo.

È sua, tra l'altro, la mia canzone preferita,  Your Song, che è sempre stata la mia preferita, da quando avevo 6 anni e mamma mi aveva fatto ascoltare la raccolta di Love Songs che le aveva regalato papà.

Ed ora la mia regina del pop abbandona le scene. Quel ragazzino di Pinner i cui album mi tenevano compagnia quando avevo paura del buio.

Ma la mia regina del pop se ne va nel suo modo spectacular spectacular, con un album di cover (tutte esclusivamente pop) che ha curato lui personalmente: REVAMP

Che dire, è bellissimo. Non mi ci metto nemmeno a fare una recensione, non ne sarei minimamente capace, butto lì due link se dovesse interessarvi Rockol - Revamp e Rolling Stone - Revamp.


Torniamo a quando dicevo che è bellissimo. Incredibilmente (in casi come questi), non è stata commessa nessuna violenza su nessun brano; anzi, la percezione è una carica o, meglio, un'infusione di nostalgia tremenda, che parte dal ruggito prorompente di P!ink fino alla solennità dei Queens of  the Stone Age. 

Ovattata e dolcissima la voce di Brandon Flowers in Mona Lisas and Mad Hatters; infuocata, appassionata, coloratissima quella di Lady Gaga in Your Song.

Ma, per quanto mi riguarda, trionfa su tutti, maestosa e splendida come una dea greca, Florence + The Machine con una versione di Tiny Dancer bella come un'esplosione. Da ascoltare in religioso silenzio e raccoglimento.

This is REVAMP - click and enjoy.

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