Agrodolce

Le giornate di sole mi mettono di buonumore. Non c'è altro da dire, era come cantava Gaber, "non lo so se mi conviene, / ma sto bene, che vergogna"*.

Ma tornando a noi. In questa splendida giornata di primavera lombarda, con quel bel cielo manzoniano, che più bello si vede solo in quelle giornate di metà dicembre, fredde, limpide, sgombre, con gli orizzonti pieni come quadri di Chagall... Ecco di nuovo il mio spirito ondivago. 
In questa splendida giornata di primavera, mi sono resa conto che ultimamente ho ricominciato ad associare i libri che leggo alla musica che ascolto.

Mi spiego meglio: quando ero all'università, mi sono accorta che certi artisti si accompagnano meravigliosamente con certi autori: l'uno favoriva la lettura dell'altro, mentre l'altro ne favoriva l'ascolto. Come quando scopri che il grana esalta la dolcezza dell'uva americana, e l'uva esalta le note acide dello stagionato, stemperandone il  carattere troppo deciso.

Ad ogni esame o autore che stavo preparando corrispondeva un album o un artista - ad esempio, con Lucano, il non plus ultra era Dave Matthews Band; La Vita Nova si accordava meravigliosamente coi Blind Guardian.

Poi questa abitudine è andata lentamente scemando, ma come un fiume, che a tratti si nasconde sotterraneo nel letto della terra, per poi riapparire in zampilli e gorgoglii dove meno ci se lo aspetta.

Ecco dunque, di seguito, i miei ultimi esperimenti gastro-culturali:






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