Recubans sub tegmine fagi

Sabato ho guardato Giovanni raccogliere i ravanelli, li ho puliti dalla terra e li ho messi accanto alla giacca di jeans, che stava a coprire l'ultimo pantano al di qua dell'orto.

Poi mi sono spostata sotto il ciliegio a leggere (Baricco, questa settimana sono stata solo sua), con il mio vestito bianco traforato, seduta sulle radici foderate della suddetta giacca di jeans, mentre Gio rinforzava le stecche dei pomodori e staccava le foglie di tarassaco che stavano infestando il suo piccolo orto.

"Vedi, io e Giacomo abbiamo vangato da qui a qui", mi dice muovendo le sue lunghe braccia a stecco ad indicare un fazzoletto di terra di un paio di metri quadri, "Ma poi abbiamo piantato solo da qui a qui". Lo dice restringendo la forbice delle mani ad una parte del rettangolo di terra, e mi indica il pezzo rimasto incolto, del tutto invaso dal tarassaco.

Simone, da dietro il ciliegio, annuncia che col tarassaco ci si fanno delle insalate pazzesche.
"Come le ortiche", faccio eco io, "Ci si fa un risotto pazzesco!".

Simone sorride di assenso, mentre con la vaga puntella le radici incastrate dei bambù. È una lotta serrata quella con la terra, dentro la quale il bambù ha innescato le sue dita tortili e profonde come uncini. Simone afferra con entrambe le mani il torsolo del bambù e lo sradica che pare staccare una colonna vertebrale dal dorso della terra.

Si ferma, tirando il fiato, gettando quel che resta del bambù su una catasta da bruciare.

Alza gli occhi verso il ciliegio, "È quasi pronto", dice, e tirando un ramo verso di sé, stacca un paio di ciliegie. Io ho chiuso Baricco ad un centinaio di pagine dalla fine e guardo anche io la punta del ciliegio.

"È molto tarlato, ma le ciliegie sono buone", continua Simone, porgendomene altre due.

Per una buona volta, non ho molto da dire. Penso che i ritmi della terra sono silenziosi, pazienti, costanti, vigorosi. Niente a che vedere con la strana vita frenetica che ci siamo costruiti.

Ho i sandali pieni di pantano e le piante del piede urticate da qualche erba per me assolutamente sconosciuta, e sotto il ciliegio comincia lentamente a piovere.
Riapro e richiudo Baricco svogliatamente.
Guardo quei tre ravanelli e penso che abbiano un colore splendido.


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